Benvenuto su SpilliePennelli, il blog che raccoglie i miei lavori e le mie passioni: la sartoria e la fotografia.

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About me

Dietro a Spilli e Pennelli, dietro ai capi che vedi, dietro alle foto pubblicate (e a volte anche davanti), ci sono io: Sara

Se stai leggendo queste righe probabilmente è perché vuoi farti un’idea di chi sono prima (o dopo) aver visto ciò che realizzo.
Riporto qui l’intervista, che è più una chiacchierata tra amici,  che mi ha fatto @donneinstoffa nel 2021 in cui racconto un po’ di me, di come sono approdata alla sartoria,  e che cosa significa per me fare sartoria.

 

Chi sei? 

Sono Sara, ho 42 anni e la mia storia parte da un percorso simile ad altri: mi sono laureata in scienze politiche a Milano, poi un master in economia e quindi ho cercato un lavoro che potesse mettere a frutto quanto avevo appreso negli anni di studio. Sono una persona eclettica e resiliente e ciò mi ha permesso di portare a termine anche incarichi lontani dalla mia formazione accademica. Dopo anni di lavori free lance sono approdata al fatidico posto fisso. Il lavoro d’ufficio mi ha però messo a dura prova, perché soffrivo la mancanza di crescita professionale a discapito della mia parte creativa e intraprendente. Questa situazione è andata avanti finché il bisogno di esprimermi e di realizzarmi mi hanno spinta verso un sentiero appena tracciato. Avevo infatti iniziato da poco il primo corso di modellistica e di taglio e pian piano capivo che questo iniziava a piacermi. Creare, sperimentare, realizzare era per me una boccata di ossigeno.

Da sempre ho passione per l’handmade: ho dipinto sulla porcellana, ho realizzato decorazioni per home decor con materiali naturali, ho ricamato ma da quando sono approdata alla sartoria, questa è diventata il mio chiodo fisso e il mio modo per esprimermi. Da allora ho continuato a crescere, a formarmi e a credere in me stessa e nelle mie capacità.

Ora posso affermare con fierezza che sono una blogger, un’appassionata di fotografia e una creatrice seriale di vestiti e accessori che disegno, taglio, cucio e indosso.

I vestiti che realizzo a mano, come i cibi che preparo, sono fatti con cura e fanno stare bene la persona che li indossa.

Tempo fa una cara amica ha definito il mio stile “rock con dolcezza” e credo che questa sia una definizione più che azzeccata perché mi piace sperimentare forme, colori e stravaganze, stili, tessuti innovativi e particolari ma pongo sempre attenzione alla praticità e alla portabilità del capo.

Sono convinta che indossare un bel sorriso aiuti a vivere meglio ma anche che indossare un bel vestito non sia mai fuori luogo.

 

Spilli e Pennelli è la mia firma, è il nome della mia etichetta che cucio sui capi che realizzo.

Poco prima dell’etichetta, nel 2012 prende vita il mio blog Spilli e Pennelli. L’ho aperto insieme ad una carissima amica: io cucivo (gli spilli) e lei dipingeva (i pennelli). Nel corso del tempo l’ho adottato io e da allora Spilli e Pennelli è una mia creatura. Ho deciso di mantenere il nome nonostante i pennelli fossero venuti meno perché mi piace, mi è sempre piaciuto. Lo trovo musicale e poi, comunque, anche la moda è un’opera d’arte.

 

Come è nata la passione per l’handmade?

Quando e in che modo è diventata una vera e propria attività imprenditoriale?

La passione per l’handmade ce l’ho da sempre e l’ho declinata in molti modi: pittura sulla porcellana, decorazioni per home decor con materiali naturali, ricamo e sartoria.

Credo che in una società come la nostra in cui siamo bombardati da stereotipi di donne irraggiungibili, le donne abbiano il bisogno di sentirsi belle e di stare bene con ciò che indossano anche se non portano una 38. Io stessa ho iniziato a indossare abiti da quando me li cucio perché prima facevo fatica a trovarli (e ho una corporatura assolutamente normale): o erano stretti sui fianchi ed erano larghi di vita o viceversa. Ogni volta era uno stress, con il risultato finale che li evitavo. Quindi capisco bene la sgradevole sensazione di sentirmi inadeguata.

Io stessa sono una donna a cui piace vedersi bella e speciale perché questo mi da sicurezza e il vestito è un elemento fondamentale di valorizzazione. Quando propongo un abito o un accessorio sono queste le queste le riflessioni da cui parto, sia che si tratti di su misura che non.

Se dovessi guardare indietro, qual è stato il momento più duro?

Il momento più duro è stato quando mi sono accorta che alcuni giudizi e falsi incoraggiamenti di persone di cui mi fidavo mi limitavano invece che spronarmi ad esplorare sempre nuove strade. Questo però mi ha permesso di prendere coscienza delle mie capacità e del mio potenziale e di credere di più in me stessa. La mia costanza e la mia determinazione poi state le spinte che mi hanno portato ad essere qui oggi a chiacchierare con voi. Ripeto spesso che saper cucire non è solo una questione di talento ma, al contrario richiede studio, impegno e duro lavoro. Come diceva Einstein “Il genio è l’1% talento e il 99% duro lavoro”.

Come scegli tessuti e materie prime per le tue creazioni?

Presto molta attenzione alla qualità dei tessuti, lo ritengo un aspetto imprescindibile che fa davvero la differenza. Per questo sono sempre alla ricerca di stoffe e di rifiniture di qualità e, quando le trovo, non me le lascio sfuggire. Prediligo l’ecofriendly e il Made in Italy e, dove posso, scelgo il km 0.

 

Quanto pensi sia importante instaurare un rapporto con chi ti segue e compra i tuoi prodotti?

Che una community sia virtuale e che si basi su fotografie e brevi racconti oppure che sia frutto di una conoscenza diretta, i rapporti interpersonali ne sono l’essenza perché dietro ci sono sempre persone. Io mi presento come sono realmente e credo che questa autenticità si capisca e venga apprezzata. Dedico la massima attenzione alle persone che mi seguono e che mi regalano un po’ del loro tempo, come faccio con le persone che incontro. Non faccio distinzione tra reale e virtuale.

 

Che consiglio daresti alle donne che hanno la tua stessa passione?

Ognuno ha la propria storia e ciò che posso consigliare è di capire cosa realmente vuoi e di perseguire il tuo obiettivo. L’obiettivo può cambiare nel corso del tempo ma, se ogni volta ti è ben chiaro, la strada sarà anche in salita ma la vetta almeno è sgombra dalle nuvole.

 

Collabori con altre donne che hanno un’attività simile alla tua? Quanto pensi sia importante una rete di donne unite per valorizzare l’handmade?

Nel corso del tempo ho conosciuto molte persone con le quali ho condiviso un percorso, dei progetti o anche “solo” la passione per la sartoria. Mi riferisco a tutte le persone che ho conosciuto negli anni di corsi, a coloro con cui ho collaborato e coloro insieme a cui ho cucito.

Ogni collaborazione mi ha dato l’occasione di conoscere e di confrontarmi con altre donne, altre passioni e altri sogni. Sono convinta che fare rete sia una risorsa preziosa e di grande crescita: è un modo per contaminarsi, per allargare i propri orizzonti e trovare positività ma anche sapere che puoi contare su qualcuno che ti capisce nei momenti di difficoltà. Una rete di donne unite per valorizzare l’handmade è una ricchezza per tutte perché accomuna persone con tenacia e tanta voglia di fare, che possono trovare grinta e sostegno nella condivisione delle proprie passioni.

 

C’è una creazione alla quale sei particolarmente legata? Magari perché l’hai realizzata in un periodo particolare della tua vita o perché a ispirarti è stata una persona per te importante.

Nel corso del tempo c’è stata un’evoluzione del mio stile e del mio gusto, che si sono evoluti strada facendo. Per cui sento sicuramente più vicini i capi che ho realizzato più recentemente, di cui vi mando le foto.

Ho scelto l’abito bianco che indosso nelle foto perché mi piace moltissimo ed è davvero rappresentativo di chi sono oggi: una donna che ha il coraggio di mostrare il proprio stile personale e che non ha paura di avventurarsi in nuove strade. Una donna che ha voglia di crescere e di sentirsi felice di sé stessa per come è e di rendere felici anche altre persone attraverso ciò che indossano. È la felicità ciò che cerchiamo e, se questa passa da un abito, ben venga! …l’ho già detto?

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