La gravidanza è un’esperienza unica, tanto uguale quanto diversa per ciascun donna che l’ha vissuta e non importa se si è alla prima o alla decima, ogni volta è una storia a sé. Come, d’altra parte, sarà unica e irripetibile la persona che nascerà.
Più il tempo passa e più la pancia si arrotonda e più i vestiti diventano comodi.
Se, però, gli ultimi due mesi cadono in inverno, diventa difficile trovare un cappotto che vada a pennello, che offra benessere e calore alla mamma e al bimbo. E, perché no? che magari si possa utilizzare anche dopo il parto, considerato che al parto manca molto poco.
Come spesso accade per le necessità “fuori standard”, questa è una bella occasione per beneficiare dei vantaggi che offre la sartoria su misura.
Quindi ecco le richieste di questa bella mamma:
- un cappotto comodo a indossare in pieno inverno durante l’ottavo e il nono mese di gravidanza
- un cappotto che deve essere caldissimo perché è freddolosa,
- un cappotto per la gravidanza ma che non sia il classico cappotto premaman,
- un cappotto che possa essere utilizzato anche dopo che il bimbo è nato.
Ci ho dovuto pensare un po’ e poi le ho proposto un modello molto comodo che feci per me un po’ di tempo fa….le è piaciuto subito.
Insieme abbiamo scelto il bel tessuto bouclè che vedete in foto, già di per sé piuttosto pesante.
A questo come fodera, per non rischiare nemmeno uno spiffero di aria fredda, abbiamo abbinato un neoprene che ferma l’aria e trattiene il calore.
Praticamente il grado di tenuta è del 100%…. ed è quello che volevamo 🙂
Per la paramontura ho scelto un tessuto giallo che riprende uno dei colori della stoffa principale, colore che alla futura mamma piace molto, e che fa capolino anche quando il cappotto è abbottonato.
Di giallo, ho ricoperto anche i grandi bottoni che ne costituiscono la chiusura.
E’ stato un bel lavoro che, con mia grande soddisfazione e in breve tempo (il bimbo non aspetta…ma nemmeno il freddo!!!), ha dato risposta a tutte le specifiche necessità di questa mamma.
Magie della sartoria 😉
Ciaooooo,
Sara